Gli ellebori sono un genere di piante erbacee perenni, appartenenti alla famiglia delle Ranunculacee, diffuse nel bacino del Mediterraneo e con fioritura piuttosto precoce. Il fiore è composto da cinque tepali (foglie modificate in cui non si distinguono petali e sepali), che proteggono il vero fiore. Presentano un rizoma (fusto modificato) sotterraneo su cui si sviluppano le gemme, che a primavera si sviluppano portando in superficie foglie e fiori.
Una volta portata a compimento la funzione riproduttiva, la parte aerea decade e la pianta comincia a immagazzinare riserve di nutrienti nel rizoma. Nel periodo autunnale e invernale la pianta ha quindi un periodo di latenza sotterranea.
L’etimologia del nome latino del genere, Helleborus, deriva dal greco e significa letteralmente “cibo mortale”: le piante di questo genere, infatti, sono tutte tossiche.
Nel nostro territorio sono presenti tre specie: l’elleboro nero o rosa di Natale (Helleborus niger), l’elleboro verde (Helleborus viridis) e l’elleboro puzzolente (Helleborus foetidus).
L’elegante elleboro nero (Helleborus niger), o rosa di Natale, può crescere fino a 30 centimetri di altezza. Le foglie sono spesse, coriacee e persistenti, frastagliate e di colore verde scuro. I fiori, grandi fino a 6-8 centimetri, crescono solitari, o in gruppetti fino a tre, su uno stelo. Di colore bianco, tendono a diventare rossicci o verdastri dopo la fioritura. Pianta molto precoce, fiorisce da dicembre a marzo sia in boschi misti che di conifere. Predilige terreni sassosi e ricchi di humus.
L’elleboro verde (Helleborus viridis) può arrivare a 60 centimetri di altezza. Presenta due foglie basali, i fiori sono singoli o in piccoli gruppi, grandi 4-5 centimetri, di colore verde e sviluppati su uno stelo. Tendono a essere incurvati verso il basso, ma mai penduli. Si sviluppa in terreni calcarei ricchi di humus, nei boschi di latifoglie. Originario dell’Europa centro-orientale, la sua distribuzione nel nostro territorio è una conseguenza della sua coltivazione durante il Medioevo come pianta medicinale e per condurre riti sabbatici.
L’elleboro puzzolente (Helleborus foetidus) è la più grande delle tre specie. Gli steli possono toccare gli 80 centimetri in altezza e la parte aerea può raggiungere il metro di diametro. Privo di foglie basali, presenta foglie disposte sui fusti sulla cui sommità cresce una ricca infiorescenza composta da 3 a 15 fiori a forma di campanella, di colore verdastro e screziati di rosso scuro sul bordo. Si sviluppa nei terreni calcarei di boschi asciutti. Il suo nome è dovuto al suo cattivo odore persistente, che aumenta se si spezzano le parti aeree.
Testo e foto di Marco Vicariotto e Jessica Peruzzo
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