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Gli ungulati del territorio vicentino - I Bovidi

Gli ungulati sono un gruppo di mammiferi così denominati perché poggiano tutto il proprio peso corporeo sulla punta delle dita, che sono dotate di unghie molto robuste sviluppate, gli zoccoli, facendoli letteralmente camminare sulla punta delle dita.

Gli ungulati presenti allo stato brado nel nostro territorio sono tutti Artiodattili e si suddividono in tre famiglie: Cervidae, Bovidae e Suidae.


I Bovidi, diversamente dai Cervidi, sono caratterizzati dalla presenza di vere e proprie corna. Queste sono formate da una struttura ossea che si protende dalla parte superiore del cranio ed è ricoperta da più strati di cheratina. Sono sempre presenti nel maschio, in alcuni casi anche nella femmina. Sono permanenti (l'unica eccezione è rappresentata dall’antilocapra) e continuano a crescere per tutta la vita dell’animale. Come per i Cervidi, anche i Bovidi sono ruminanti.


Nel nostro territorio sono presenti due specie: il camoscio alpino e il muflone. Entrambe le specie sono tipiche dell’ambiente montano, anche se non disdegnano il fondovalle.

Il camoscio (Rupicapra rupicapra) è il più noto e diffuso ungulato di montagna. Raggiunge un'altezza al garrese di circa 90 cm e può pesare fino a 50 kg. Il camoscio ha evoluto adattamenti che lo rendono particolarmente adatto alla vita in alta quota: lo zoccolo presenta zone di durezza diversa, tali da conferire più presa a seconda delle esigenze del substrato. Un cuore molto voluminoso, un’ampia capacità polmonare e un elevato numero di globuli rossi lo aiutano nella respirazione in alta quota. Le corna, presenti in entrambi i sessi, sono relativamente piccole (20-25 cm) e di colore nero, di forma uncinata, con l’angolo di curvatura molto più marcato nei maschi, per evitare i ferimenti nel periodo degli amori. Le corna della femmina, invece, sono più "aperte", in modo tale da poter difendere meglio se stessa e i piccoli dagli attacchi dei predatori.


Il muflone (Ovis aries o Ovis musimon) rappresenta uno dei più controversi dilemmi tassonomici. Storicamente diffuso in Sardegna e in altre isole del Tirreno, è stato introdotto a scopo venatorio sull’arco alpino negli anni Settanta. Il maschio è dotato di due vistose corna a forma di spirale. Solitamente la femmina ne è priva, anche se in alcuni casi possono avere delle corna di dimensioni molto ridotte. Essendo un animale introdotto e non molto adattato al territorio montano in cui è stato inserito, il ritorno dei grandi carnivori, in particolar modo del lupo, può comportare una forte diminuzione delle popolazioni locali.


Testo di M. Vicariotto, foto di M. Vicariotto, J. Peruzzo e G. Borin




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