Questa magnifica e colorata farfalla vola per massimo tre settimane all'anno, fra marzo e giugno: giusto per il tempo di accoppiarsi, deporre qualche decina di uova e infine morire. Facilmente riconoscibile per il suo particolare disegno a zig-zag, la Polissena è strettamente legata alla presenza della sua pianta nutrice, l'Aristolochia, sotto le cui foglie depone uno o più ovetti sferici.
I giovani bruchi si nutrono sui fiori e sui germogli di questa pianta, mentre in seguito si nutrono delle sue foglie, che conferiscono loro la stessa tossicità della pianta, rendendoli inappetibili ai predatori. Dopo quattro o cinque mute, i bruchi si trasformano in crisalide e passano l'intero inverno in questo stadio, appesi a un sostegno, per poi schiudersi con la bella stagione.
Questa specie di farfalla si può trovare sotto i 1000 metri fino al delta del Po. A sud del Po, infatti, la specie cambia, diventando Zerynthia cassandra. Essendo strettamente legata alle piante di Aristolochia, questa farfalla è minacciata dalla scomparsa degli habitat adatti alla sua esistenza e a quelle della sua pianta nutrice, oltre alle tipiche problematiche legate all'utilizzo di sostanze chimiche di sintesi in agricoltura e alle specie alloctone. È inserita nell'Allegato IV della Direttiva Habitat, ed è rigorosamente protetta.
Come aiutarla?
Come per tutti gli insetti, è importante evitare di tagliare l'erba dove non strettamente necessario: è sufficiente tagliare o estirpare le piante nutrici, infatti, per condannare all'estinzione locale questa rara e splendida farfalla, che purtroppo non compie grandi spostamenti. Oltre a ciò, è necessario proteggere i prati aridi, favoriti da questa e altre farfalle, evitando che negli anni vengano soppiantati dall'avanzare del bosco.
Testo di J. Peruzzo, foto di M. Vicariotto e J. Peruzzo
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